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Branduardi stacca la spina

Branduardi stacca la spina

Una testa di riccioli e un violino – o una chitarra – in mano. Angelo Branduardi ritorna con un concerto al Teatro Smeraldo di Milano il 24 novembre in cui ripropone i successi vecchie e nuovi. Le esibizioni da qualche mese seguono l’uscita del suo ultimo disco, “Senza Spina”. Da un vecchio concerto del dicembre '86 all'Olympia di Parigi è nato infatti un album acustico che è uscito la scorsa primavera, è già stato rappresentato in vari appuntamenti in giro per l’Italia e all’estero. Negli spartiti del maestro nulla si crea nulla si distrugge e tutto si trasforma. “Nell’86 anticipando i tempi e andando controcorrente rispetto alla musica degli anni Ottanta ho inciso un disco acustico: “Branduardi canta Yeats”. Questo accadeva quindici anni prima che si iniziasse a parlare di unplugged, anzi il termine non esisteva proprio. Ho anticipato quella che poi sarebbe diventata una moda per gli artisti”. come mai ha deciso di riproporlo ora? "Quando Franco Finetti, l’ingegnere del suono che ci ha accompagnato in quella avventura, ha ritrovato le cassette e le ha riascoltate, sono sembrate attuali. Ho capito che era il momento giusto per riprendere la mia proposta musicale, a maggior ragione perché era di 15 anni prima". Come sarà il concerto dello Smeraldo? “Il cd contiene le canzoni dell’Olympia e tre inediti. Il concerto sarà acustico con strumenti polifonici e a plettro. Nel live allo Smeraldo ripercorreremo la mia carriera musicale e nulla vi sarà risparmiato, dalle nuove composizioni ai brani del passato”. A chi si rivolge? “E’ un modo per coinvolgere tutti i branduardiani, anche quelli che nel 1986 non erano ancora nati. Un po' come dire 'Quello che avreste sempre voluto chiedere a Branduardi e non avete mai osato chiedere'”. Cosa pensa della musica contemporanea? “La musica occidentale è finita con l’accordo del Tristan wagneriano. Schoenberg ha provato in qualche modo a ripercorrere la stessa strada, ma in tono minore. Nell’antichità la musica seguiva le fasi importanti della vita, noi ascoltiamo i Requiem senza un morto da celebrare. Io provo a ripercorrere i sentieri musicali antichi perché si stava meglio quando si stava peggio”. Sul palco dello Smeraldo, il cantautore staccherà la spina, quella della logica razionale per farsi avvolgere dall’entusiasmo e dalle note.